MONTEBELLO SUL SANGRO BUONANOTTE CONTEMPORANEA PERCORSO LOOP NATURA
Montebello sul Sangro è un piccolo borgo in provincia di Chieti situato a 810 metri sul livello del mare. La sua superficie è di 5,38 Km2 e conta 80 abitanti, secondo i dati del 2019.
La sua storia si intreccia con il paese fantasma di Buonanotte, abbandonato a partire dagli anni ’50 e definitivamente negli anni ’70 a causa di una frana.
Oggi il borgo abbandonato è rinato grazie ad un progetto di riqualificazione e di valorizzazione turistica del territorio, denominato Buonanotte Contemporanea. Questo progetto ideato da CASaA architetti è stato voluto dal comune di Montebello sul Sangro grazie al sostegno della Regione Abruzzo è stato inaugurato il 03 settembre 2020.
Nel progetto di Buonanotte Contemporanea hanno partecipato tre artisti: Vincenzo Marsiglia, Artan Shalsi e Jasmine Pignatelli. Le loro opere sono state inserite all’interno del borgo abbandonato di Buonanotte dando un tocco di modernità e di continuazione temporale nelle strutture ormai desuete.
La particolarità è la fusione con l’ambiente naturale circostante di tutto l’insieme. Le opere immergono il visitatore nel borgo trascinandolo verso lo spazio temporale e proiettandolo in un passato remoto, allo stesso tempo lo immergono tra il panorama e la natura.
Salendo una scalinata si accede al borgo abbandonato e la prima opera che risalta è quella di un’installazione riflettente.
Artan Shalsi ha realizzato quest’opera “senza nome” con la sigla BN_I_AIFE_20_295 una trave in acciaio inox a specchio che va ad accostarsi al muro di un edificio dando la sensazione di stabilità e di sostegno dell’insieme. La sua particolarità è lo specchio che riflette, dalle diverse angolazioni, ciò che il visitatore vede amplificandone la visuale. Nuvole che si immergono tra la vegetazione, le rocce delle case con lo sguardo del lago antistante. Un mondo magnifico ed immaginario grazie alle opere di consolidamento sono state recuperate le scalinate, i muri ed alcuni edifici.
Proseguendo nel percorso ci si trova di fronte ad una porta che conduce a quella che era una delle tante abitazioni. Sono stati sistemati alcuni ambienti e recuperati oggetti di un passato che ritorna. Aprendo la porta l’ambiente ci rimanda indietro nel tempo come se quel tempo si fosse fermato. Ed è proprio così siamo catapultati indietro e ci ritroviamo a leggere un giornale del 1959, si vede una sedia in paglia, un calendario antoniano, una credenza con ancora i piatti e vecchie bottiglie, il cucinotto con la pentolaccia appesa. I particolari delle vecchie magnolie sono magnifici. Bisogna fare attenzione e muoversi con cautela, il piano superiore è pericolante si accede su i resti di una scaletta e si aprono gli ambienti della notte con letti, materassi e lenzuola ormai ridotti a stracci. Una sensazione particolarmente emozionante.
Proseguendo il percorso sulla destra si incontra l’opera A Broker Line di Jasmine Pignatelli generata da una sequenza di segni e moduli in progressione e da movimenti geometrici. La linea metallica è spezzata va a sorreggere i due edifici laterali ed al tempo stesso crea instabilità. L’artista ha voluto rappresentare questa linea come l’instabilità, non solo dell’opera, ma dell’intero borgo. Instabilità delle strutture, del tempo e della natura. Allo stesso modo una riflessione su come la natura e l’uomo interagiscano tra di loro positivamente e non. Sul retro dell’opera è stata recuperata una nicchia dove è collocato un vecchio forno, con arnesi, e da una piccola finestrella si può scorgere il panorama sottostante.
Tornado leggermente indietro si vede l’ultima opera che è quella realizzata da Vincenzo Marsiglia chiamata Kaledeoscope. L’opera è stata collocata sulla parte scoscesa del borgo, una cellula che avvolge completamente lo spettatore proiettandolo verso l’ambiente panoramico circostante. La struttura metallica si sviluppa a partire da una stella a 4 punte ed è arricchita di inserti in vetro, con pellicola dicroica, che con i raggi del sole riflettono i colori, sul visitatore e tutt’intorno, come un caleidoscopio appunto. Entrando nella struttura frontalmente si punta sulla Majella. che svetta nelle giornate più limpide, mentre nella parte sottostante erge l’abitato nuovo e si può vedere la frana.
Dove soggiornare ? Nei dintorni le strutture non sono molte e le disponibilità in base alla stagione, è possibile effettuare una ricerca qui tramite il sito last minute.
Proseguendo nel percorso si sale fino al vecchio campanile da cui si ammira il panorama sull’interno borgo e il panorama circostante.
Da qui parte un piccolo e grazioso percorso denominato Loop Natura. Questo percorso arriva fino al centro del borgo nuovo, in parte ombrato con tipici esempi di arbusti e piante locali. Si passa per quelle che sono definite le mura megalitiche.
Più avanti è possibile in alternativa procedere per il Monte Vecchio dalla cui sommità il panorama a 360° spazia dai vari borghi sottostanti, alla Majella, dalle acque del Lago di Bomba alle falesie di Pennadomo.
Per i camminatori più esperti si possono raggiungere i borghi di Montelapiano e Villa Santa Maria intrecciando i sentieri del nuovo percorso dedicato a San Francesco Caracciolo nell’omonimo cammino (Cammino di San Francesco Caracciolo).
Per chi ama la buona cucina non mancano le possibilità di ristoro in quella che è la patria dei cuochi (San Francesco, infatti, oltre ad essere il protettore dei cuochi è appunto natale di Villa Santa Maria). Lungo il percorso si incontrano diversi punti ristoro, il Borgo Nero situato a Montelapiano lo sconsigliamo, testato durante il nostro ultimo soggiorno, non riteniamo sia all’altezza delle aspettative dei luoghi soprattutto per la mancanza di correttezza e trasparenza. Abbiamo testato numerosi ristoranti e locali, ma questo non capiamo come possa essere annoverato tra le tappe del cammino se non per il fatto che sia l’unico in questo piccolo paesino. Vi invitiamo, pertanto, a raggiungere Villa Santa Maria, qui le diverse proposte culinarie non mancano, inoltre c’è la possibilità di degustare dei liquori direttamente dai produttori del posto (Di Cicco e Jannamino),
Il paese nuovo si sviluppa lungo la via principale, il Corso Italia, fino alla piazza dove si erge la Chiesa dedicata a Santa Giusta con il campanile. La chiesa ricalca lo stile architettonico di quella che era situata nel borgo vecchio. All’interno si accede attraverso una scalinata e due porte d’ingresso, e si possono ammirare una serie di affreschi con immagini di santi e due nicchie collocate sopra l’altare con le statue di Santa Giusta e San Ciriaco i due patroni del paese. Il Campanile, a tre livelli, presenta un orologio, mentre sulla sommità si trovano degli intrecci di inferriate a forma di baldacchino su cui sono sospese delle campane e nella parte finale una croce in ferro. Le festività locali si celebrano il 7 agosto, Santa Giusta, e l’8 agosto, San Ciriaco, con una processione lungo le strade del paese, la banda e non mancano i fuochi d’artificio.
Per quanto riguarda la storia di Buonanotte non si hanno molte notizie certe, dopo il verificarsi delle frane e lo spopolamento del paese verso il borgo nuovo, l’attuale denominazione, di Montebello Sul Sangro, è stata assunta in maniera ufficiale nel 1969. Infatti l’allora Presidente della Repubblica, Saragat, approvò, tramite un decreto, il DPR n°269 del 05 aprile 1969, mutandone il nome da Buonanotte così come richiesto dal precedente consiglio comunale nel 1967. La Gazzetta Ufficiale n°136 del 30 maggio 1969 ne dà piena attuazione. Questo il link con il pdf dalla Gazzetta Ufficiale dove trovare la descrizione.
Secondo cenni storici le origine del borgo vecchio risalgono al XII secolo con il periodo normanno. Successivamente l’abitato diviene un feudo della famiglia degli Oderisio e successivamente di quella dei Caldora. Quest’ultimi discendenti della Provenza, tra le cui fila si annovera Raimondo, detto Raimondaccio, nobile condottiero e capitano di ventura. Nel XVIII secolo il territorio fu di proprietà della famiglia Malvinni Malvezzi. Famiglia nobile di Bologna che espanse il suo dominio arrivando fino in Basilicata a Matera.
La dott.ssa Nicoletta Camilla Travaglini, dell’Associazione Culturale Italia Medievale, qualche anno fa, scrisse un interessante articolo circa la fondazione del paese legata al toponimo Mons Belli, da cui appunto Montebello, narrando la storia leggenda di una battaglia. La battaglia fu talmente violenta che il feudo fu chiamato Castel di Malanoctem poi tramutato in Buonanotte. A questo link è possibile leggere l’articolo.
Legata alla vicenda della battaglia una leggenda popolare narra che a seguito di uno scontro tra due fazioni rivali gli sconfitti del posto cedettero agli avversari le proprie mogli per una notte. Così il luogo dove avvenne l’oltraggio venne ribattezzato Castello di Malanotte per gli sconfitti, Castello di Buonanotte per i vincitori.
Tramite questo link è possibile scegliere uno dei tour nei dintorni di Chieti, tour enogastronomici e degustazioni nelle cantine.